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Il 28 giugno 2025 in tutti gli stati membri dell’UE entrerà in vigore l’European Accessibility Act (EAA), la normativa che richiede che alcuni prodotti e servizi di uso quotidiano siano accessibili alle persone con disabilità, anche nel mondo digitale.
Si tratta di un provvedimento epocale, che obbliga le aziende private e le organizzazioni pubbliche (statali e periferiche) a fornire soluzioni tecniche e a sviluppare il proprio sito in un’ottica di inclusività.
In questo modo anche le fasce più deboli della popolazione (come gli utenti diversamente abili e gli anziani) possono fruire agevolmente di tutte le potenzialità offerte dal web e dai prodotti/servizi informatici.
Al di là degli obblighi normativi, i nuovi requisiti di accessibilità rappresentano anche un’opportunità per ampliare il proprio target e per conquistare il favore di nuovi consumatori.
È importante che già da oggi Enti e imprese coinvolte in questo processo inizino a mettere in regola i loro siti web.
Solo così è infatti possibile effettuare un’implementazione fluida, poiché i passi da seguire sono complessi e possono richiedere lunghi tempi di realizzazione.
Quali siti web devono essere in regola?
Secondo quando stabilito dall’EAA, devono mettersi in regola tutte le aziende (in particolare le PM), con la sola l’esclusione delle microimprese (vale a dire le realtà con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro).
I siti accessibili saranno identificati con l’apposita icona.
Le imprese attive in Italia che non si adegueranno alla nuova normativa potranno incorrere in sanzioni amministrative fino a 40.000 euro.
In diversi Paesi extra-UE sono in vigore analoghe normative, come l’Equality Act 2010 della Gran Bretagna e l’Americans with Disabilities Act (ADA) degli Stati Uniti. Tuttavia il regime sanzionatorio spesso include più che altro misure correttive e obblighi di conformità, piuttosto che sanzioni pecuniarie dirette. Solo nel caso in cui le aziende inadempienti vengono citate in giudizio e perdono la causa sono tenute a pagare un risarcimento commisurato al loro fatturato.
Se la tua attività è operativa in Paesi al di fuori della UE è quindi importante adeguare il tuo sito alla normativa locale per non correre il rischio di accumulare onerose sanzioni per non conformità.
La Legge Stanca e gli standard WCAG
L’Italia è stato un Paese precursore e all’avanguardia in tema di diritti per i disabili.
Il primo passo verso l’accessibilità digitale è stato compiuto con la pubblicazione della Legge del 9 gennaio 2004, n. 4 (detta anche Legge Stanca, dal nome del suo proponente). Tale legge stabilisce le linee guida che le entità governative devono seguire per rendere i propri servizi su piattaforma digitale accessibili a tutti gli individui, senza alcuna preclusione.
In questo contesto l’accessibilità viene definita come “la capacità dei sistemi informatici ivi inclusi i siti web e le applicazioni mobili, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari”.
Al pari delle altre analoghe regolamentazioni europee, la Legge Stanca faceva riferimento agli standard WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), sviluppate in collaborazione con professionisti e organizzazioni di tutto il mondo e pubblicate dal World Wide Web Consortium (W3C).
Le attuali WCAG 2.2, pubblicate nell’ottobre 2023, coprono un’ampia gamma di disabilità (tra cui quelle visive, uditive, fisiche, del linguaggio, cognitive, linguistiche, dell’apprendimento e neurologiche) e rendono i contenuti web più accessibili a persone anziane con capacità mutevoli dovute all’invecchiamento.
Sono definite da 13 linee guida, organizzate secondo quattro principi:
Per ogni linea guida ci sono criteri di successo testabili, a tre livelli: A (il più basso), AA e AAA (il più alto). I criteri di successo sono ciò che determina la “conformità” alle WCAG.
La Legge Stanca è stata aggiornata più volte anche in base alla Direttiva (UE) 2016/2012 (WAD – Web Accessibility Directive), recepita dal D. Lgs. 10 agosto 2018 n. 106, che mira a definire esclusivamente l’accessibilità dei siti e delle app mobili degli enti pubblici e delle aziende che offrono servizi pubblici.
L’European Accessibility Act (EAA)
A fare testo oggi è la Direttiva (UE) 2019/882 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi.
A differenza della WAD, con il recepimento dell’EAA gli obblighi normativi relativi all’accessibilità digitale non sono più destinati ai soli organi del settore pubblico: vengono estesi a tutte le aziende, ad eccezione delle microimprese.
L’EAA è stato pubblicato e adottato formalmente dalla Commissione Europea nel 2019 ed è stato convertito in legislazione nazionale dai singoli Stati membri nel 2022, per entrare in vigore il 28 giugno 2025.
Entro tale data, tutti i nuovi prodotti e servizi digitali offerti da aziende che operano all’interno dell’UE devono rispettare pienamente i requisiti di accessibilità.
I prodotti e i servizi già in uso prima di tale data possono continuare a funzionare a determinate condizioni fino a quando non dovranno essere sostituiti o fino alla scadenza dei contratti.
Dichiarazione di conformità UE
Secondo il sito web ufficiale dell’Unione Europea, la direttiva EAA richiede:
Nel nostro Paese l’atto di conformità è rilasciato dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID).
hyblaweb supporta la tua azienda seguendo tutto l’iter per il rilascio della certificazione di conformità.
Persone con disabilità
Nel sito ufficiale dell’UE è pubblicata la definizione di “persone con disabilità”, in base alla Convenzione delle Nazioni Unite.
Le persone con disabilità sono “coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di uguaglianza con gli altri”.
Secondo la Commissione UE, in Europa sono oltre 100 milioni le persone con disabilità che potrebbero beneficiare di tecnologie e servizi più accessibili. E questo numero è destinato a crescere man mano che la popolazione invecchia.
A trarre vantaggio da un sito web accessibile non solo visitatori non vedenti, ipovedenti o con deficit uditivi, ma anche persone con disabilità motorie, ansia o ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività).
A ciò si aggiungono coloro che hanno una disabilità motoria temporanea (un braccio rotto, ad esempio, può compromettere l’uso momentaneo del mouse).
È quindi evidente l’importanza dell’accessibilità digitale affinché tutti, indipendentemente dalle limitazioni fisiche o mentali, possano partecipare attivamente alla vita digitale.
Ciò è rilevante non solo per l’inclusione sociale ma anche per garantire pari opportunità in settori quali l’istruzione, l’occupazione e l’accesso ai servizi pubblici.
Si vuole rendere internet un posto uguale per tutti, come è avvenuto nella vita reale.
Con l’accessibilità web ti rivolgi indistintamente a tutti, ampliando potenzialmente il target dei tuoi futuri clienti.
Cosa può fare hyblaweb per il tuo sito
Rendere accessibile la tua piattaforma digitale richiede tempo e implica delle soluzioni personalizzate.
È quindi fondamentale identificare quali obblighi previsti dall’EAA si applicano alla tua organizzazione.
Ti stai chiedendo se il tuo prodotto o servizio soddisfa già tali requisiti?
Noi di hyblaweb siamo pronti a guidarti in questo percorso.
Nel dettaglio, ci occupiamo dei seguenti aspetti:
E in caso di nuovo sito, l’intera struttura sarà naturalmente concepita in un’ottica di completa inclusività.
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